Al termine della Seconda guerra mondiale comincia l’esodo di circa trecentomila italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, terre di confine sottoposte per decenni a catastrofi belliche, stravolgimenti di regimi e nazionalità, capovolgimenti culturali e linguistici. Il libro di Petra Di Laghi, presentato nel corso della commemorazione, ricostruisce non solo le vicende che provocarono quello spostamento di massa dopo la tragica stagione delle foibe e il passaggio di quei territori sotto il regime jugoslavo, ma anche il lungo viaggio che i profughi dovettero intraprendere verso la ricerca della normalità di una fissa dimora. Attraverso testimonianze e documenti inediti vi si delinea il difficile percorso degli esuli nell’Italia del secondo dopoguerra e all’interno dei Centri Raccolta Profughi sparsi in tutta la penisola. In particolare, il volume analizza il programma assistenziale che la provincia di Genova attivò dal 1945 fino al all'assegnazione alle famiglie dei profughi di una residenza stabile nella seconda metà degli anni Cinquanta. Nel corso del convegno, gli interventi di Antonio Sergio Gambino e Giorgio Viale, promotori dell'iniziativa, di Petra Di Laghi, di Mario Bozzi Sentieri e di Rodolfo Vivaldi. A conclusione, l'interessantissima testimonianza di Giulio Benvenuti, figlio di profughi giuliano-dalmati e l'intervento dell'editore e saggista Andrea Lombardi.
Nelle immagini che seguono la documentazione della commemorazione, avvenuta il 21 febbraio 2020 nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, a cura dell'Assessorato al Personale, Pari Opportunità e relativi Diritti e della Direzione Protezione Civile e Valorizzazione del Volontariato. Con la collaborazione di Domus Cultura.