domenica 28 marzo 2021

IL DELIRIO E LA SPERANZA. STORIE DI PADRI SEPARATI - Autori vari

L'idea di questo libro nacque nel 2011 quando Miriam Pastorino invitò Mauro Lami, presidente dell'associazione "Papà separati Liguria", alla presentazione del suo libro "Orfani e altre storie crudeli", dedicato alla profonda crisi dell'istituzione familiare. Gli "orfani" descritti da Miriam non erano veri orfani ma bambini e adolescenti dal presente doloroso e dal futuro compromesso in quanto vittime dei feroci contenziosi che opponevano l'un l'altro i loro genitori. Mauro, che da tempo impegnava tutto se stesso nel tentativo di far emergere la gravissima condizione dei padri vittime di separazioni conflittuali, su richiesta di Miriam s'incaricò di chiedere ai suoi associati di scrivere le loro storie. Ne arrivarono decine e decine: lunghe storie di sofferenze indicibili, intricate fino all'inverosimile anche, e forse soprattutto, a causa di una legislazione caotica e, per lo più, orientata pregiudizialmente contro i padri, considerati a prescindere la parte forte di ogni situazione. Undici di queste testimonianze, elaborate in senso letterario da sei bravi scrittori genovesi, andarono a comporre "Il delirio e la speranza. Storie di padri separati", un libro di successo che tanta parte ebbe nel far emergere, presso il grande pubblico, drammi umani fin lì ignorati da stampa e mass media.



ORFANI E ALTRE STORIE CRUDELI di Miriam Pastorino

Di seguito viene riportato il contenuto della quarta di copertina di questo libro stampato nel 2011 in 120 copie e, ormai da tempo, introvabile. Da allora sono passati dieci anni e la situazione non è migliorata e neppure v'è traccia di quell'auspicato risveglio del "vecchio e sempre utile spirito di conservazione che, "un tempo si riteneva facesse parte della natura stessa dell'uomo".

Questi racconti sono stati scritti in un arco di tempo che va dalla fine degli anni Ottanta al 2010 e, oltre a risentire di una evidente diversità nel tono e nella forma, testimoniano dei disastrosi e progressivi effetti di quel potente virus distruttivo che, da un certo momento in poi, si è impossessato dell'istituzione familiare. Dalla dolorosa sorte di Principessa, la tenera protagonista del primo racconto, alla disperata solitudine dei due anziani coniugi incattiviti e in balia delle loro badanti, un cammino buio e senza speranza sembra essere ormai tracciato e pronto a ghermirci subito dietro l'angolo. Salvo, forse, pervenire a una rapida presa di coscienza, se non dettata da un generoso slancio umanitario o da una ancora meno probabile capacità collettiva di analisi, almeno dal risveglio di quel vecchio e sempre utile spirito di conservazione che un tempo, evidentemente a torto, si riteneva facesse parte della natura stessa dell'uomo. 

Note sull'autrice apparse sulla quarta di copertina

Miriam Pastorino è nata a Mele e vive a Genova. Sposata, con un figlio, è laureata in lettere e ama in particolare la storia e la filosofia. La sua principale esperienza di lavoro ha avuto luogo presso il Comune di Genova, dove è stata ideatrice e responsabile di due uffici culturali di grande successo di pubblico. Il primo, denominato "Inchiesta sulla città" (1977/88), prevedeva un ampio programma di arricchimento della didattica. L'altro, nato nel 1992, fu il primo in Italia ad occuparsi in maniera organizzata e sistematica del recupero e del rilancio delle tradizioni popolari. Attualmente collabora a varie riviste e, nella sua qualità di presidente dell'associazione "Voltar Pagina" organizza iniziative culturali.

domenica 28 febbraio 2021

DROGA VIA. Dalla scuola, dallo sport, dalla vita

Nel 2011 il problema della droga continuava ad essere gravissimo ma nessuno ne parlava più. Di seguito le motivazioni del convegno che ebbe nuogo nell'autunno del 2011 al Municipio VIII Medio Levante. 

Per immaginare il nostro futuro prossimo bisogna guardare, più ancora che alla febbre della borsa, ai comportamenti autodistruttivi diventati nella società occidentale un fenomeno di massa, con costi ormai insostenibili per la nostra economia disastrata. Tra essi, ai primi posti, il consumo della droga, causa diretta di fasce generazionali  perdute,  famiglie distrutte dal dolore e pericolosità sociale in costante e  allarmante  aumento.

Ma se informazione e prevenzione sono le armi dalle quali non si può prescindere, non v’ è dubbio che sarà indispensabile ricorrere anche a strumenti di altra natura se si vuole almeno sperare di avere la meglio su un vizio potente e invasivo come quello della droga; sostenuto, tra l’altro, dalle enormi disponibilità finanziarie della criminalità, oggi in grado di influenzare a suo vantaggio importanti settori della grande informazione.

Vale la pena ricordare che la fuga dalla realtà è un fenomeno recente nella storia del nostro popolo, che aveva conoscenze assai limitate delle inquietanti abitudini di certi ambienti medici e artistici e neppure riusciva a comprendere la realtà americana, decisamente anticipatrice, descritta molti anni fa nel film “Il braccio d’oro”, con  Frank Sinatra. Solo l’uso dell’intelligenza, della riflessione e soprattutto il ritorno a quel sistema educativo che era frutto di una lunga  tradizione fondata sul buon senso,  e che aveva sempre fornito risultati eccellenti,  potranno riportare le nostre scuole a quei luoghi sicuri che erano sempre stati fino all’avvento di quella fatale stagione iniziata nel 1968 e mai più conclusa.

I relatori. 

Íntervento del Prof. Luigi Sciabà

Intervento della dott.a Maria Galasso

Miriam Pastorino e Maria Galasso

Patrizia e Antonella

La sala del Consiglio Municipale

La sala del Consiglio Municipale

Intervento della consigliera municipale Tiziana Notarnicola

Un altro intervento

sabato 20 febbraio 2021

"INCONOLABILI" AL MUSEO GARIBALDINO DI NERVI

Durante la presentazione di "Inconsolabili", nella sala conferenze del Museo Garibaldino, furono letti brani di alcuni racconti e, ancora una volta, la narrativa sociale si è rivelata come uno degli strumenti più efficaci per riflettere sulle origini del malessere. 
Il brano che segue è tratto da"Pugno chiuso" di Dionisio di Francescantonio e si riferisce al momento in cui il protagonista del racconto, un giovane dall'infanzia tormentata ma che, grazie all'intelligenza e alla forza di volontà di cui è dotato, ha già raggiunto una posizione sociale invidiabile, finisce per riconoscersi in Lucifer, il vandalo del treno, il cui aspetto inquietante rimanda all'angelo decaduto.  

“….La mia riflessione s’interruppe qui, perché era venuto il momento di alzarmi: tra breve il treno sarebbe arrivato alla mia stazione. Il gruppo di giovani poco raccomandabili che per qualche momento aveva catturato la mia attenzione era sceso a una delle fermate precedenti, lasciando liberi i sedili che aveva occupato. Una volta in piedi, mi accorsi immediatamente che nessuna di quelle poltroncine in finta pelle era stata risparmiata dalla sua furia distruttiva ed ora l’imbottitura di materiale sintetico, d’un desolante bianco-grigio, fuoriusciva da tutti i cuscini e da tutte le spalliere come le interiora d’un capretto appena sventrato. Mentre su dei pannelli del corridoio accanto all’uscita del vagone campeggiavano alcune scritte ancora fresche di vernice: “Odia il prossimo tuo come te stesso” e “Fai agli altri quello che gli altri hanno fatto a te”. E appena più sotto, accanto ai tratti stilizzati d’un pugno chiuso attraversato da uno spadino, la parola “IL MALE”, scritta a caratteri più grandi e tutti maiuscoli. Forse una dichiarazione d’intenti, forse una firma, forse una segreta richiesta d’aiuto. Fu allora che mi avvidi con sgomento che anche le mie mani erano due pugni chiusi, come chiusi erano la mia anima e il mio cuore. Un brivido mi percorse la schiena e la pelle mi si accapponò: anch’io avrei avuto bisogno d’aiuto, ma già sapevo che mai avrei avuto la capacità di chiederlo.”

Al centro: Maria Teresa Carrara, curatrice degli eventi del Museo Garibaldino

Francesco Carleo, presidente Municipio IX Genova-Levante

Sonia Paglialunga, assessore alla Cultura Municipio IX Genova Levante

Intervento di Miriam Pastorino, presidente Voltar Pagina

Intervento di Luigi Sciabà, docente Facoltà di Medicina

Intervento di Dionisio di Francescantonio, scrittore

Tutti i relatori

Calda e accogliente, la sala conferenze del Museo si conferma come ideale salotto letterario del Levante





sabato 13 febbraio 2021

PRIMO GIORNO DI TREGUA. "Il delirio e la speranza" alla Biblioteca Berio

Uomini e donne a confronto per cercare una via d'uscita da uno stato di conflittualità permanente: queste le finalità del convegno che ebbe luogo nella primavera del 2013 nell'ambito delle presentazioni del libro Il delirio e la speranza. Storie di padri separati. Con il contributo del sociologo Fabrizio Fratus, quel dialogo controcorrente risultò di grande efficacia per superare gli schemi imposti da un femminismo d'antan, ma, purtroppo, fu un'eccezione alla regola della rissa permanente che oggi, a otto anni di distanza, si presenta in forme ancor più esasperate con la donna ad interpretare il ruolo fisso della vittima e il maschio confinato nella parte del bruto: praticamente l'unica parte in tragedia che gli è consentito di recitare. Uno stereotipo che purtroppo ha finito per incarnarsi nella realtà con esiti devastanti a cui nessuno pensa di porre fine. 
La collaborazione tra le socie di Mater Matuta con gli uomini di Papà separati Liguria rappresenta a tutt'oggi un modello di comportamento esemplare per chi ha a cuore le sorti della famiglia.

                                                       Alcune immagini di quel confronto

I relatori

Da sinistra: Sergio Massone, Miriam Pastorino, Fabrizio Fratus, Emanuele Scotti

Da sinistra: Silvana Ferrari, Sergio Massone, Miriam Pastorino, Fabrizio Fratus, Emanuele Scotti

Da destra: Teresa Musetti e Mauro Lami
Teresa Musetti e Mauro Lami


 


venerdì 12 febbraio 2021

IL DELIRO E LA SPERANZA. Presentazione ai Truogoli di Santa Brigida

I Truogoli di Santa Brigida, deliziosa piazzetta del Centro Storico a pochi passi - anzi a pochi scalini - dalla monumentale Via Balbi, si configura come salotto ideale per incontri culturali e socio-culturali. Ed è qui che, grazie all'attivismo di Corrado Oppedisano e della libreria Finis Terrae, nel luglio del 2013, fu organizzata una presentazione de Il Delirio e la Speranza. La presenza del sociologo milanese Fabrizio Fratus (caro amico di Voltar Pagina ed oggi sociologo di riferimento di Domus Cultura), di Angela Burlando, donna di grande esperienza (fu vice questore e poi consigliera comunale con incarichi importanti nel campo sociale) e di un pubblico particolarmente sensibile al tema trattato, favorì un dialogo vivace e partecipato con il presidente dei Papà separati liguria. 

Seguono immagini dell'incontro

Presentazione di Corrado Oppedisano di Reach Italia 

Intervento del sociologo Fabrizio Fratus

I relatori. Da desta: Mauro Lami, 
Miriam Pastorino, Angela Burlando, Fabrizio Fratus

Fabrizio Fratus

La copertura che proteggeva dalla pioggia le lavandaie che si servivano degli storici truogoli oggi consente incontri
 al sicuro dai capricci del tempo

Intervento di Angela Burlando

Fabrizio, Angela e Miriam: Milano e Genova a fianco dei
padri vittime di separazioni conflittuali 








giovedì 11 febbraio 2021

PROFUGHI D'ITALIA di Petra Di Laghi

Al termine della Seconda Guerra Mondiale comincia l'esodo di circa trecentomila italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, terre di confine sottoposte per decenni a catastrofi belliche, stravolgimenti di regimi e nazionalità, capovolgimenti culturali e linguistici. Il libro ricostruisce non solo le vicende che provocarono quello spostamento di massa dopo la tragica stagione delle foibe e il passaggio di quei territori sotto il regime jugoslavo, ma anche il lungo viaggio che i profughi dovettero intraprendere verso la ricerca della normalità di una fissa dimora. Attraverso testimonianze e documenti inediti, si delinea il difficile percorso degli esuli d'Italia del secondo dopoguerra e all'interno dei Centri Raccolta Profughi sparsi in tutta la penisola.