domenica 3 gennaio 2021

RIALZATI SCUOLA! Primo convegno sulla scuola.

Eravamo nella primavera del 2008: quella che segue è la presentazione del primo convegno sulla scuola contenuta nel dépliant. Da allora le cose sono molto cambiate. Purtroppo in peggio.
"Poco più di un anno fa qualcuno chiese a Bruno Vespa come mai nel suo salotto di Porta a Porta non si parlasse mai dei problemi della scuola. Egli rispose che non poteva occuparsi di un argomento di nessun interesse per il pubblico, che inevitabilmente gli avrebbe fatto crollare l’indice degli ascolti. 
Passarono solo pochi mesi e ci pensarono alcuni video apparsi sulla rete a portare a galla quale disastrosa realtà di violenza e di ignoranza si nascondesse dietro le mura, un tempo sacre, della scuola italiana.  Da allora è stato tutto un susseguirsi di immagini crude e di rivelazioni una più sconvolgente dell’altra.  Ma perché è dovuto intervenire un episodio casuale affinché il disastro della scuola venisse  percepito collettivamente nella sua vera dimensione? La risposta è semplice e preoccupante al tempo stesso: erano in troppi quelli a cui conveniva, per opportunismo o per viltà, rimandare all’infinito il giorno della resa dei conti e dell’assunzione di responsabilità. 
Indagare sulle cause di questa situazione catastrofica, ascoltare finalmente le libere voci di chi, da tempo, cerca invano di fermare la deriva dell’istituzione scolastica ci appare il contributo migliore che si possa dare alla ripresa morale, sociale, culturale ed economica del nostro Paese.
Non possediamo alcuna documentazione fotografica di questo convegno che, per la prima volta, metteva il dito su una piaga destinata ad aggravarsi, ma ci sembra interessante riportare qui di seguito alcune autorevoli riflessioni raccolte in quello stesso dépliant.

Gi appelli che nessuno ha ascoltato…  

L’importanza del nozionismo“…Per esempio, la storia può essere soggetta a tutte le interpretazioni che volete, ma prima di farle gli studenti devono conoscere perfettamente date e fatti. La matematica dovrebbe essere posseduta da ciascuno come la lingua parlata. Lo sviluppo della capacità di astrazione dovrebbe poggiare su schemi logici precisi. In sintesi, andrebbero definite fasi irrinunciabili di conoscenza metodologica e fattuale…” (da “Un controllo su quello che si impara a scuola”, (1993),  di Carlo Pelanda).

Universitari somari“…Dopo dodici anni di tempesta la scuola si è piegata. Così arrivano all’università, a parte qualche gemma, degli studenti che nella media sono in condizioni di elementarità estrema. Fai lezione, accenni a un filosofo, a un poeta o a un romanziere, ed è come se parlassi della luna…” (da “Una scuola di somari”, 1995, di Lucio Colletti).Il veleno è entrato in circolo

Il veleno è entrato in circolo “…Il timore mio, e penso di tanti italiani, è che certi miti e feticci della sinistra siano entrati in circolo nella stragrande maggioranza delle persone, ne costituiscano l’inconsapevole modus cogitandi e impediscano una reale svolta alternativa quale la Nazione si aspetta…” (da “Scuola, che cosa frena il ministro Moratti?, 2001, di Rita Carderini)

Un burocrate in cattedra“…Se in questi anni lo stipendio è realmente diminuito, è aumentato però il carico di lavoro e di responsabilità e, soprattutto, è stato trasformato il profilo dell’insegnante: non più un uomo che elabora e trasmette cultura, ma un sempre più disorientato e impotente decrittatore di circolari ministeriali…” (da “Scuola in rovina”, 1996, di Sergio Sotgiu)

Destinati a soccombere nella sfida della globalizzazione - “…Fino alla fine degli anni Sessanta in tutte le scuole, anche nel liceo della provincia più remota, i docenti perseguivano con impegno l’insegnamento di un metodo di studio basato sulla costanza del lavoro, sullo spirito di sacrificio e sull’autodisciplia che, a ben vedere, funzionava non solo per progredire nel cammino scolastico ma anche per affrontare il mondo del lavoro e qualsiasi altra circostanza della vita… Oggi ad affrontare la concorrenza internazionale, in un mondo del lavoro e delle professioni diventato sempre più esigente ed agguerrito, mandiamo giovani impreparati, spesso degli inguaribili dilettanti, che finiranno per rendere fragili le nostre industrie e poco competitivi i nostri prodotti.” (da “La scuola di nuova Babilonia”, 1993, di Miriam Pastorino).

Il bambino immolato sull’altare dell’interesse sindacale“…A quello stesso regime consociativo, cattocomunista, si devono tanti altri misfatti: per esempio la riforma della scuola elementare… Il così detto modulo (l’eliminazione del maestro unico), venne fatto, soprattutto, per becere ragioni sindacali, per squallidissimi problemi di “posti”. Sulla pelle dei bambini che, vigente il maestro unico, si confrontavano, come è necessario a quell’età, con un indirizzo pedagogico unitario, e sulla pelle di quei maestri (ce ne sono ancora, nonostante tutto) seri e preparati che avevano un tempo il giusto orgoglio professionale di avere la piena responsabilità dei ‘loro’ bambini.” (da “La scuola dei misfatti”, 1996, di Angelo Panebianco).

Chi pagherà le nostre pensioni?“…Non si può continuare a perseverare sulla linea del deleterio riformismo scolastico che ci ha portato all’attuale disastro… Serve acquisire la consapevolezza dell’importanza che la scuola riveste per la collettività…Tutti sanno che le nostre leve giovanili sono estremamente esigue: poco più di mezzo milione all’anno, già non sufficienti se tutti arrivassero ad essere “adulti utili”, a mandare avanti la baracca sia nella produzione sia nei servizi, con in più l’onere di provvedere a pensioni sempre più numerose e di lunga durata per gli anziani, gravate spesso dalle spese di una lunga e costosa assistenza…” (da “Salvare la scuola: un problema urgente”, 1994, di Filippo Franciosi) 

I relatori. Da sinistra: Francesco Verzillo, Miriam Pastorino, Renata Oliveri, Armando Fossati, Vanda Roveta