Gi appelli che nessuno ha
ascoltato…
L’importanza del nozionismo - “…Per esempio, la storia può essere soggetta a tutte le interpretazioni che volete, ma prima di farle gli studenti devono conoscere perfettamente date e fatti. La matematica dovrebbe essere posseduta da ciascuno come la lingua parlata. Lo sviluppo della capacità di astrazione dovrebbe poggiare su schemi logici precisi. In sintesi, andrebbero definite fasi irrinunciabili di conoscenza metodologica e fattuale…” (da “Un controllo su quello che si impara a scuola”, (1993), di Carlo Pelanda).
Universitari somari - “…Dopo dodici anni di tempesta la
scuola si è piegata. Così arrivano all’università, a parte qualche gemma, degli
studenti che nella media sono in condizioni di elementarità estrema. Fai
lezione, accenni a un filosofo, a un poeta o a un romanziere, ed è come se
parlassi della luna…” (da “Una scuola di
somari”, 1995, di Lucio Colletti).
Il veleno è entrato in circolo “…Il timore mio, e penso di tanti
italiani, è che certi miti e feticci della sinistra siano entrati in circolo
nella stragrande maggioranza delle persone, ne costituiscano l’inconsapevole
modus cogitandi e impediscano una reale svolta alternativa quale
Un burocrate in cattedra - “…Se in questi anni lo stipendio è realmente diminuito, è aumentato però il carico di lavoro e di responsabilità e, soprattutto, è stato trasformato il profilo dell’insegnante: non più un uomo che elabora e trasmette cultura, ma un sempre più disorientato e impotente decrittatore di circolari ministeriali…” (da “Scuola in rovina”, 1996, di Sergio Sotgiu)
Destinati a soccombere nella sfida della globalizzazione - “…Fino alla fine degli anni Sessanta in tutte le scuole, anche nel liceo della provincia più remota, i docenti perseguivano con impegno l’insegnamento di un metodo di studio basato sulla costanza del lavoro, sullo spirito di sacrificio e sull’autodisciplia che, a ben vedere, funzionava non solo per progredire nel cammino scolastico ma anche per affrontare il mondo del lavoro e qualsiasi altra circostanza della vita… Oggi ad affrontare la concorrenza internazionale, in un mondo del lavoro e delle professioni diventato sempre più esigente ed agguerrito, mandiamo giovani impreparati, spesso degli inguaribili dilettanti, che finiranno per rendere fragili le nostre industrie e poco competitivi i nostri prodotti.” (da “La scuola di nuova Babilonia”, 1993, di Miriam Pastorino).
Il bambino immolato sull’altare dell’interesse sindacale - “…A quello stesso regime consociativo, cattocomunista, si devono tanti altri misfatti: per esempio la riforma della scuola elementare… Il così detto modulo (l’eliminazione del maestro unico), venne fatto, soprattutto, per becere ragioni sindacali, per squallidissimi problemi di “posti”. Sulla pelle dei bambini che, vigente il maestro unico, si confrontavano, come è necessario a quell’età, con un indirizzo pedagogico unitario, e sulla pelle di quei maestri (ce ne sono ancora, nonostante tutto) seri e preparati che avevano un tempo il giusto orgoglio professionale di avere la piena responsabilità dei ‘loro’ bambini.” (da “La scuola dei misfatti”, 1996, di Angelo Panebianco).
Chi pagherà le nostre pensioni? - “…Non si può continuare a perseverare sulla linea del deleterio riformismo scolastico che ci ha portato all’attuale disastro… Serve acquisire la consapevolezza dell’importanza che la scuola riveste per la collettività…Tutti sanno che le nostre leve giovanili sono estremamente esigue: poco più di mezzo milione all’anno, già non sufficienti se tutti arrivassero ad essere “adulti utili”, a mandare avanti la baracca sia nella produzione sia nei servizi, con in più l’onere di provvedere a pensioni sempre più numerose e di lunga durata per gli anziani, gravate spesso dalle spese di una lunga e costosa assistenza…” (da “Salvare la scuola: un problema urgente”, 1994, di Filippo Franciosi)
I relatori. Da sinistra: Francesco Verzillo, Miriam Pastorino, Renata Oliveri, Armando Fossati, Vanda Roveta |